CINEMA E FUSTAGNO
Il mio primo anno di liceo ci fu una
settimana di "autogestione", in cui gli studenti più volenterosi
proponevano attività culturali al resto della scuola.
Mi ricordo
che un ragazzo aveva organizzato il cineforum. Aveva preso la cosa molto
sul serio, invece di un televisore si era procurato un proiettore e con
dello scotch nero aveva rattoppato i buchi delle persiane così che il
buio "in sala" fosse totale. E in questo buio totale ci spiegava come
lui ci teneva tantissimo a farci vedere Satyricon di Fellini, che era un
film capitale. Un film difficilissimo, aggiungeva, che richiedeva la
massima concentrazione. Noi ci concentravamo, quello era un liceo
classico e in quella stanza eravamo un po' tutti intellettuali bonsai,
vestiti di velluto e fustagno. Tutti tranne un ragazzo e una ragazza che
si erano imbucati in quell'aula per baciarsi e ridere e farsi i fatti
loro. Ma quando a un certo punto delle loro evoluzioni fecero cadere,
con gran baccano, un casco di motorino appoggiato su un banco, il
ragazzo cinefilo si alzò di scatto, accese la luce e disse - "fuori" -
indicando dietro di loro. "Io?" gli chiesi timidamente, e volevo
aggiungere, "Io che sono vestito come un piccolo Godard?". E lui: "sìsì,
tu là in fondo, basta fare casino".
Non l'ho mai più visto Satyricon. Ma se al cinema sentite qualcuno che fa casino, giuro, non sono io.
Marco Verdura,
Italia
Al cinema Anteo di Milano esiste una rassegna di film in lingua
originale. Il mio ricordo, però, si riferisce a quando la sala era unica
(e non 100 - 200 - 300 come adesso), ovviamente il biglietto non aveva
il posto numerato ed allo spettacolo delle 17,20 (mi sembra, non 17,40
come ora) gli spettatori erano pochi. La strategia era rodata: scegliere
il posto corridoio e su quello accanto impilare borsa, cappotto (se di
stagione) e quant'altro per tenerlo occupato. Questo perché il più delle
volte, a spettacolo cominciato, succedeva. Con la coda dell'occhio
vedevo un tipo appropinquarsi e sedersi - a sala praticamente vuota -
accanto. A quel punto l'attenzione, che prima era rivolta a cercare di
comprendere cosa dicessero nella lingua della perfida Albione, era
rivolta a cercare di comprendere le intenzioni del vicino. Non ho mai
capito se fossero maniaci acculturati o di madrelingua inglese.
Osbourne Cox, spettatrice cineforum Cin&città Rho,
Italia
Nessun commento:
Posta un commento