parto da quelli in concorso
KAZE TACHINU di Hayao Miyazaki (126' - in concorso): ultimo film del maestro
giapponese, nonché suo testamento artistico e spirituale. Una storia
bellissima e coinvolgente ricca di sfumature e momenti poetici, di
Storia (quella vera) mescolata a finzioni quasi fiabesche. Vabbè, dai: è
il mio leone d'oro (per quelli che ho visto in concorso). S'è capito.
THE UNKNOWN KNOWN documentario di Errol Morris (105'- in concorso) su Donald Rumsfeld:
in realtà qui bisognerebbe dare il Leone come miglior attore a
Rumsfeld, protagonista che si mangia il film, il regista e la storia. E'
un ritratto suo ma a tratti sembra quasi essere un autoritratto (e
questo vale anche come critica ovviamente). E' interessante, non bello
né ben fatto (molto televisivo con momenti davvero bassi a livello
registico), ma interessante.
JIAOYOU di Tsai Ming Liang (138' - in
concorso) è un film visivamente stupendo con almeno una parte (quella
centrale), davvero molto bella. E' ostico eh, ed è più vicino alla
videoarte e a Matthew Barney che al cinema narrativo, ma è un film che
va visto:
La recitazione degli attori è a tratti incredibile, la composizione
delle immagini e le luci sono da sole un motivo sufficiente a provare
senza dubbio il valore del film. Ho avuto qualche problema con le
inquadrature tenute almeno 6 volte il tempo necessario alla storia che
mettono a dura prova lo spettatore (metà sala abbandona), che in alcuni
momenti (quelli in cui la storia prende davvero) fanno perdere tensione e
interesse a favore di un intellettualismo artistico che in alcuni
momenti mi risulta davvero fastidiosamente narcisistico.
altri non in concorso, a caso
GERONTOPHILIA di Bruce LaBruce (85' - giornate degli autori) è il primo film che ho
visto: una commedia canadese (c'ho messo un po 'a capirlo - che era una
commedia non che fosse canadese-) su una storia d'amore tra un ragazzo e
un vecchio ospitato in una casa di cura. Piano piano si trasforma in un
film on the road, dolce, leggero, ben diretto, che riesce a trattare la
tematica difficile in modo empatico e non provocatorio. Difficilmente
uscirà in Italia ed è un vero peccato. Sembra un film di Todd Solondz ma è più sentimentale e delicato. Due pecche: l'uso della
musica è schematico e banale, l'attore principale sembra uscito da un
Twilight (apprendo solo l'ultimo giorno che è un attore porno, ma questo non lo salva).
LA BETE HUMAINE di Jean Renoir (109' - restauri / classici): vabbé è un
film del 1938 tratto da Zola e non ve lo dico certo io che si tratta di
un film da vedere.
KAPURUSH film minore
(del 1965) -ma non tanto- di Satyajit Ray (74' - restauri / classici) dai
virtusosissimi e calibrati movimenti di macchina. Bellissima fotografia
per una storia così così in cui lo stile prevale un po' sul contenuto
(ma è un bel vedere).
AT BARKELEY è un documentario fuori concorso piuttosto lunghino
(244') di Frederick Wiseman (presente in sala) sull'Università storica
pubblica Americana: un documentario d'osservazione che informa e
coinvolge, con momenti più poetici alternati ad altri più informativi.
Delicato, attento, interessante e difficilmente si vedrà in italia.
Peccato.
STILL LIFE di Uberto Pasolini (87' -
Orizzonti) è forse la più felice sorpresa di questa mia edizione. E' un
film malinconico, dalla regia elegante e sottile, spesso
ironica talvolta drammatica. Un film fatto di silenzi, di pensieri, di
umanità profonda. Eddie Marsan è perfetto nella parte, ma tutti gli
attori sono incisivi senza mai diventare macchiette. Non so i minuti di
applausi che ha ricevuto ma so che ho pianto per un paio di minuti nel
toccante finale (considerate che era mattina presto, potrebbe aver
influito questo su di me). E non ero il solo. Una Clip qui
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