martedì 7 agosto 2012

da locarno / dopo la tempesta

piove sempre, tuoni e lampi che impazzano, e quindi le proiezioni in piazza grande ancora non le riesco a seguire...

un buon rifugio, ci diciamo, è sempre la retrospettiva preminger, che però da questa volta inizia a scricchiolare.
la fila per River Of No Return (tradotto in italiano con "la magnifica preda") raggiunge e riempe la piazza grande. Il motivo è semplice, ed è nei nomi in cartellone: Marilyn Monroe, che ancora oggi riempie le sale, a quanto pare. certo è che riempie lo schermo (cinemascope) con il suo petto ben in vista, spesso bagnato dai sapienti schizzi d'acqua del fiume del non ritorno. alcune riprese sono talmente grottesche da suscitare l'ilarità collettiva: è uno di quei casi in cui il film è di per sé al limite della guardabilità ma che in una sala piena diventa un'esperienza divertente. 
l'idea narrativa del film nasce da un adattamento western di ladri di biciclette: invece della bici nel west ci si ruba il cavallo (sono serissimo: l'ha detto il critico nell'introduzione).
Robert Mitchum gira a vuoto nel suo petto tronfio di sicurezza, la Monroe trova qualche divertente numero cantato, come questo ed è sempre uguale a se stessa, nel bene (per i fan) e nel male (per chi non la può soffrire)



Forever Amber (it. "Ambra") dura 140minuti, e io per 40 ho dormito (mea culpa) quindi è per me difficile giudicare, anche se i drammi amorosi in costumi di due ore e venti non sono proprio il mio genere preferito...

The human factor (tradotto, semplicemente, "Il fattore umano", roba da non credere: ne hanno imbroccato uno, finalmente) è secondo il morandini "uno dei punti più bassi della carriera di O. Preminger". forse non sono d'accordo, ma di certo è un film ricco di dialoghi mal scritti e mal interpretati, con qualche attore caratterista notevole, una colonna sonora alla Refn (!) e uno stile più asciutto ma meno studiatodel preminger vecchia maniera.

finalmente le tempeste passano e riusciamo a sederci in piazza grande, dove mi vendono un bicchiere d'acqua gasata a 3,50 euro e proiettano Bachelorette, un film inspiegabilmente simile alla mia idea di desperate housewives (ovvero all'idea di uno che non ne ha mai visto una puntata dall'inizio alla fine) e inspiegabilmente lontano dall'idea del "film alla locarno". Io e la mia vicina di proiezione Ena (che per la cronaca è marketing and communication manager del Sarajevo Film Festival. ah dimenticavo: ha 26 anni) ci rifiutiamo di andare oltre all'ennesima tirata di cocaina a scopo comico e lasciamo una piazza che terrà anche 8000 persone ma ha un'acustica (almeno in questa serata, e almeno quel film) piuttosto deficitaria e non fa nemmeno un graffio alla proiezione del considerato-meno-importante Pula Film Festival.

per la cronaca mi viene detto che il Festival di Locarno è quello che dispone del budget più alto in assoluto.

domenica 5 agosto 2012

da locarno / giorno 2 / soldi spesi bene

arriva la pioggia in modalità diluvio, lampi e tuoni che sorprendentemente non fanno saltare la proiezione in piazza grande, dove alcuni impavidi seduti sulle seggioline affrontano la visione sotto le mantelline gialle offerte dal festival. io -che così impavido non sono-, i miei soldi preferisco spenderli per un film della retrospettiva su otto preminger.

the 13th letter (tradotto in italiano con il fantasioso La penna rossa), rifacimento de Il corvo di clouzot, è un film che alterna giallo quasi thriller, un affresco di un paesino di campagna con relativi intrighi, e momenti di commedia brillante. il bianco è nero è splendido e la regia impeccabile. qualche scena risulta oggi datata o cliché, ma prendendola con occhio storico diventa interessante. soldi spesi bene. ci ripromettiamo di vederne altri.
film intero qui, anche se vederlo in pellicola con la sala quasi piena è un'emozione impagabile.

sabato 4 agosto 2012

da locarno / storie (e prezzi) di ordinaria follia


anche a locarno fa caldo, ma soprattutto dopo il primo caffè mi accorgo che i prezzi non sono come quelli di breslavia, e dato che non ho fatto in tempo a farmi fare l'accredito, sarò molto parsimonioso di biglietti, quindi di film e quindi di commenti.



le mie amiche annelie e esther, svedese la prima e svizzera la seconda, non sembrano stupite dei 16euro per un pranzo a buffet quasi evanescente per consistenza, io sì. e lo sono (ingenuamente, lo so) anche quando mi chiedono 12.50euro per un biglietto. vedo Storie di ordinaria follia, di marco ferreri, ovviamente basato sul celeberrimo libro di bukowski. il film è in inglese, con uno strepitoso ben gazzara e una evanescente ornela muti (il film è proiettato all'interno di una rassegna su ornella muti su cui preferirei non commentare): formalmente ineccepibile, inquadrature studiate e asciutte, una comicità sottocutanea che ben veicola bukowski forse con qualche voce fuori campo di troppo. alcune scene in una spiaggia lunare, con i gabbiani a mo' di avvolti, sono piuttosto indimenticabili.  
qui la questione di stile (che in lingua originale è molto meglio) 

ps marco ferreri è un regista che giustamente si va riscoprendo in italia e all'estero..