lunedì 1 settembre 2014

venezia / giorno cinque parte seconda: della disonestà della critica

alla sera riesco a vedere altri due film. Il primo è un documentario (televisivo al 100%) di Tatti Sanguinetti su Giulio Andreotti (Giulio Andreotti - il cinema visto da vicino) e il suo rapporto (e le sue censure) con il cinema: a tratti molto interessante per il contenuto e il materiale d'archivio, è stato montato in modo quasi amatoriale, con tanto di livelli audio da sistemare.

Loin des Hommes (lontano dagli uomini - in concorso) è un western ispirato a Camus e ambientato in Algeria con Viggo Mortensen (che parla in francese) protagonista. Funziona perfettamente grazie a una bellissima fotografia di Guillaume Deffontaines e alle musiche di Nick Cave e Warren Ellis. QUI la recensione dell'Hollywood reporter. QUI il trailer. Ecco, forse il personaggio di Mortensen è un "pelino" troppo positivo: ben vestito, galantuomo, ottimo maestro di scuola e cecchino provetto...

 

Nel tardo pomeriggio assistiamo basiti a una serie di recensioni positive (tutte italiane, fa eccezione il Telegraph che Jon mi confida essere il corrispettivo inglese di novella2000 per quanto riguarda le pagine di cinema) del film di Saverio Costanzo. Tra queste alcune vantano 7 minuti di applausi in sala grande (che comunque vogliono dire molto poco) e un silenzio coinvolgente da parte del pubblico (sempre in sala grande) e della critica/industry (sala Darsena). Ho sempre avuto il sospetto che ci fossero persone disoneste e questa ne è la prova: io non ero in sala grande ma durante la proiezione in Sala Darsena metà sala rideva di gusto DEL film, pochi hanno applaudito, molti erano imbarazzati. Riporto la recensione dell'Hollywood reporter QUI, citandone la frase su cui concordo di più: "..but something is missing. something like credibility". Non si crede un secondo ai personaggi, alla storia, al modo in cui viene raccontata.

Per la cronaca: la più grande delusione di tutti (io non l'ho visto ma da quello che mi hanno detto concordo pienamente) è stata l'atteso film di Fatih Akin The Cut. QUI una delle tante recensioni negative (in questo caso non è un film italiano quindi ne possiamo parlare male anche noi quanto ci pare e piace, evidentemente).



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