giovedì 26 luglio 2012

new horizons / giorno 1 / perlopiù un giorno retrospettivo, diciamo

a colazione incontriamo Roman Gutek la cui accoglienza e gentilezza sono sempre spiazzanti. una persona incredibilmente positiva. dico incontriAMO, alla prima plurale, perché, come spesso nelle mie sortite ai festival, sono con il mio caro amico jon. roman ci abbraccia e sembra quasi commosso (è grazie al suo invito che siamo qui, e nemmeno dobbiamo pagare l'albergo).

dopo un po' arriva bela tarr che, per la terza volta, dopo sarajevo e vilnius, fa colazione con noi. ovviamente lui non si ricorda, noi sì. sembra più di buonumore delle altre volte. accenna addirittura un paio di sorrisi.

ritiriamo gli accrediti e i gadget vari poi ci sediamo in fronte a uno dei tanti computer per le prenotazioni. il sistema è semplice e funzionale, più simile a cannes che agli altri festival, ma molto più semplificato. si prenota con un click che scala il proprio punteggio (noi abbiamo 25 punti) poi ci si presenta senza biglietti cartacei al cinema e si passa il codice a barre stampato sul nostro accredito sul lettore gestito dalle maschere.
si parte, insomma.

WR: Mysteries of the Organism (W.R. – Misterije organizma)dir. Dušan Makavejev / Yugoslavia, West Germany 1971 / 86’ / retrospettiva. si tratta del film più controverso e importante di un regista jugoslavo già piuttosto controverso, film che gli costa l'esilio per le posizioni estremamente critiche nei confonti del comunismo. uno strano mix di documentario (principalmente su Wilhelm Reich e la sua teoria del potere terapeutico e sociale dell'orgasmo), misto a una storia d'amore di fiction volutamente popolare, misto a un film pornosoft. la libertà sessuale diventa un'arma contro alcuni ideali comunisti (comunisti che sono chiamati, nel finale del film "red fascists", con alcune scene in cui il volto di Stalin viene montato di fianco a un calco-scultura di un pene: ricordiamo che è del 1971, e in jugoslavia...). la sera ceneremo nel tavolo di fronte al regista, oggi ottantenne, e alla sua compagna: lui, tanto simpatico quanto gobbo, parla con Roman di cos'è stato il comunismo, tutta la serata, prima di scomparire nella folla di gente che popola breslavia con la sua gobba perfettamente paralella alla strada.
film completo qui

mentre jon si riposa io non vedo l'ora di vedere un'altra proiezione della sezione retrospettiva, anzi in particolare alcuni corti d'animazione, di cui so che la polonia è ricca di storia. tant'è che compro un cofanetto "antologia polskiej animacji" con corti di jan lenica, zbigniew rybczynski, walerian borowczyk e molti altri che, come quelli appena scritti, non so assolutamente come si pronuncino. tra questi c'è anche witold giersz (nato nel 1927) che roman mi dirà essere uno dei maestri storici. a dire il vero in sala siamo solo in 10 (quello precedente era sold out, invece) ma gli altri si perdono un'ottima occasione...la selezione comprende corti più "didattici" come Dinosaurs (Dinozaury / 1963 / 17’) che spiega l'evoluzione dei dinosauri, e come Big Cats and How They Came to Be (Wielkie koty / 1976 / 11 - meraviglioso il movimento dei felini disegnati con tratti tanto semplici e rapidi quanto curati; bellissimi i fondali ad acquerello), ad altri più legati alla cura della narrazione: Ethnographical Museum (Skansen / 1978 / 8’ - il mio preferito) e il più lungo Be My Guest, Mr. Elephant (Proszę słonia / 1978 / 68’), peripezie di un bambino esonerato perché molto basso e del suo elefante di porcellana che, dopo aver preso pastiglie multivitaminiche, cresce a dismisura, impara -da una formica - a muoversi, diventa un fenomeno da zoo, poi da circo, prima di capire che deve ritornare piccolo per poter rimanere amico del suo amato padroncino (e per farlo deve perdere liquidi e quindi piangere).
kos (che per molti è il suo migliore)qui

sezione panorama. Keyhole dir. Guy Maddin / Canada 2011 / 94’
ci vado perché guy maddin, regista autodidatta canadese, è per molti un regista di culto, capace di coniugare cinema muto, film dal montaggio serratissimo di sapore sovietico, e atmosfere alla david lynch (o almeno ci prova). personalmente (jon concorda) del film non ci capisco niente. la definizione migliore la troviamo sulla via verso cena: sembra che il regista voglia dire tante cose (alcune divertenti, altre filosofico-epiche) e che parli tanto, in tutti i modi: montaggio rapidissimo, bianco e nero, grandi nomi tra gli attori, camera a mano, anzi poi fissa, anzi poi a mano (...), luce soffusa, sovrimpressioni, e così via. peccato che pare si capisca solo lui.tutto ciò che c'è da vedere, a nostro avviso (sono certo che a molti piacerà invece), è nel trailer, qui.

dopo cena passeggiamo, anche se è talmente umido che sarebbe più corretto dire "nuotiamo", approdando infine nella piazza del mercato dove la gente è ferma davanti a un film del 1918 con tanto di orchestra che suona dal vivo. il film è Mania. The History Of A Cigarette Factory Worker (Mania. Die Geschichte Einer Zigarettenarbeiterin) dir. Eugen Illés / Germany 1918 / 85’ ci saranno 2500 persone nella piazza: molte sono sedute sulle sedie apposite, molte ai numerosi pub, bar e ristoranti ai lati della piazza, molti per terra, qualcuno sui sellini delle proprie biciclette, altri, come noi, in piedi leccando un gelato. la proiezione è gratuita e fa un certo effetto-magia-del-cinema vedere così tante persone in silenzio che guardano un film del genere (restaurato in modo strepitoso e proiettato in pellicola). e, seppur stopposamente melodrammatico e spiccatamente teatrale, fa sempre bene vedere che non c'è poi bisogno di tante parole per raccontare una storia per immagini. trailer


p.s.il pubblico polacco ancor oggi sente in modo particolare il magnetismo di pola negri, diva anche a hollywood prima di essere stroncata dall'arrivo del sonoro (la sua voce era particolarmente insopportabile, pare) e per un certo periodo compagna di rodolfo valentino.

p.p.s sono ufficialmente entrato nella fase in cui parlo, penso e sogno solo in inglese: quindi perdonatemi gli eventuali errori in italiano!



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