lunedì 30 luglio 2012

new horizons & brighton / post scriptum

a brighton fa più fresco, il vento fa galleggiare i gabbiani controvento sulla spiaggia domenicalmente affolata, e io mantengo la promessa mainstream di vedere il lungo capitolo finale del cavaliere oscuro: the dark knight rises ( trailer)

jon preferisce vedere il film nel multisala Odeon, a due passi dalla spiaggia: nel suo cinema sarebbe stressante, e in più vuole vederlo in digitale mentre da lui lo proiettano in 35mm come consigliato dal regista Nolan (anche se ormai anche il suo duke of york  -"il più antico e miglior cinema inglese" secondo le parole di jon e in effetti è stato votato "miglior cinema inglese 2012" - proietta ormai quasi tutto in digitale). 
per la cronaca jon è un disincantato esercente pro-digitale, io un retrogrado pro-35mm anche se il disincanto è inevitabilmente vicino...(parlando di questo film: la qualità dell'immagine è secondo me inferiore rispetto alla pellicola, ma jon afferma con assoluta certezza che l'audio è nettamente migliore).  

il parere politicamente corretto è che sia un film decisamente peggiore del capitolo precedente, sia per regia, sia per recitazione, sia per scrittura. non si sente la durata (2 ore e mezza) grazie a un buon ritmo e alla musica epicamente incalzante.
il parere politicamente scorretto, ma più onesto, è che si tratta di una ciofeca con qualche sparuto buon momento. colpi di scena, scene insensate, straviste spiegazioni-pappardella del perché un cattivo è diventato cattivo, dialoghi cliché del tipo "batman, sei tornato per vedere gotham distrutta?" -dice il cattivo- segue risposta batmanica "no sono venuto a fermarti". mavva: guarda te l'originalità. 

sulla via del ritorno sfoglio il catalogo del new horizons film festival di breslavia scoprendo interessanti vite di registi più o meno sconosciuti, ne riporto alcuni dettagli che forse meritano: 
lavrente indico diaz, nato nel sud delle filippine, a Datu, nel 1958, è anche compositore, poeta, drammaturgo, produttore, direttore artistico, regista "specializzato in film veramente monumentali di svariate ore ciascuno, visto che crede che i tempi lunghi non solo regalino più profondità alle scene, ma che riflettano anche la realtà della sua cultura, in cui il tempo non è una comodità". è il padre spirituale della new wave filippina. ovviamente il suo film più breve in programma è di 356 minuti (century of birthing / siglo ng pagluluwal, 2011 - ma ne ha fatti anche di 12 ore). segnato nelle cose da fare prima di morire.
Jukka Kärkkäinen, regista finlandese che come primo lavoro è muratore.
dominga sotomayor castillo, regista cilena del 1986 laureatasi in una scuola cattolicissima e residente nella comune Penalolèn con i suoi genitori.
khavn de la cruz, il più prolifico regista al mondo, autore di film a zero-budget con la sua casa di produzione FILMLESS FILM e direttore del .mov film festival. è anche (dice il catalogo): compositore, poeta, pianista, e infine front-man di un gruppo rock in cui militano solo altri registi filippini ai vari strumenti. 
ci sono registi con nomi fantastici, che sembrano celare mondi quasi letterari: eija-liisa ahtila (finlandia), panahbarkhoda rezaee (iranese), apichatpong weerasethakul (tailandese, conosciuto per via del successo a cannes di uncle boonmee who can recall his past live, amatissimo da tim burton). 

con il senno di poi mi spiace non essere riuscito a vedere nessun film di ulrich seidl, radicale e contestato regista austriaco. werner herzog ha detto di un suo film (animal love / tierische liebe / Austria, 1995, 114 '): "non ho mai guardato l'inferno in modo così diretto".

segue foto ironica andata sulle riviste polacche del nostro amico roman gutek e ripresa amatoriale mia di un trasporto di una vasca da bagno sotto il nostro hotel.





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