giovedì 7 febbraio 2013

berlino giorno uno / nuovo cinema georgiano

Un anno dopo rieccomi a Berlino. 
Questa volta alloggiamo nella parte est e fa un po' meno freddo. 
E' tutto un po' meno surreale rispetto all'anno scorso quando i primi due ad arrivare fummo io e il mio amico Daryl, dal sudafrica, in una scena jarmusciana in mezzo alla neve, un italiano e un sudafricano (che arrivava dai 36 gradi di Johannesburg e viaggiava da due giorni), a chiedere informazioni a un iraniano e a un turco, gli unici due impavidi che si aggiravano nell'area del nostro appartamento. 
Ci abbiamo messo un po' quella volta a trovare il posto, ma ci siamo mangiati un ottimo kebab. Questa volta faccio fatica a trovare il numero civico e -che ci crediate o meno- l'unico capace di dirmi con esattezza dov'è il 37 è un vecchio cieco con bastone bianco. Ok, ho detto che è stato solo un po' meno surreale.

Siamo a due passi da Ostbahnhof e arrivo poco dopo Rosie, una mia amica che anche l'anno scorso alloggiava con noi e che gestisce un bellissimo cinema indipendente londinese: the lexi cinema.  
in perfetto stile inglese mi prepara il té e parliamo amorevolmente del da farsi.

Il film d'apertura è The grandmasters di Wong Kar Wai, presidente della giuria del 63esimo festival di Berlino. ecco il trailer con i sottotitoli in inglese.




in giuria con lui ci sono (tra gli altri): Tim Robbins, Shirin Neshat e Susanne Bier.
In molti stanno già malmenandosi per prendere il biglietto e anche alcuni dei miei amici e coinquilini darebbero la vita per entrarci. Ci sarà una seconda proiezione anche domani (oltre alle due di stasera), ma sono abbastanza convinto che il film sarà distribuito in Italia per cui a dirla tutta mi disinteresso abbastanza. 
Colgo l'occasione per delinare le due teorie di visione ai festival: c'è chi vuole vedere in anteprima i film che arriveranno (spesso è legato anche a doveri di lavoro: vogliono scegliere quali film distribuire o programmare) e chi preferisce dedicarsi a film che non si vedrebbero altrimenti (considerate anche che, come dice il mio caro amico Jon -che arriverà tra qualche ora-, "spesso c'è un buon motivo se non si vedrebbero altrimenti").
In ogni caso stasera sono invitato da amici alla serata del cinema georgiano: ad aprire la sezione panorama del festival c'è Chemi Sabnis Naketsi (ovvero A fold in my blanket -e non, come mi ostino a storpiare, non so perché, "a hole in my pocket") di Zasa Rusadze. 
trailer:


Di cinema georgiano so ben poco ma quel poco che so mi basta per simulare entusiasmo e spacciarmi per esperto navigato (in realtà so solo che Otar Iosseliani mi piace molto ma so anche che se n'è andato dalla Georgia...ecco, questa seconda parte non la dico agli altri sennò poi mi contestano che non vale come georgiano). 

Piano piano sentiamo salire la Festival syndrome: la paura di perderci qualcosa di meravigliosamente fantastico e di non riuscire a incastrare un altro film nella pausa caffé prevista o nei 45 minuti di aria aperta. Lo stress sale con moderazione, ma jon arriva presto per cui ci sarà quantomeno un diversivo.

Spero di riuscire a tenere il blog in modo continuativo. Farò il massimo!

a presto 
un saluto dal vostro inviato con 3 kg di farina per polenta e 2kg di pasta per pizzoccheri (gli amici hanno richieste strambe ma, sotto sotto, condivisibili).



Nessun commento: