lunedì 10 settembre 2012

il ritorno del cavaliere oscuro è troppo chiaro

ringrazio francesco che ogni tanto rimpolpa il blog con le sue mini-recensioni, e mi stimola a fare lo stesso con qualcuno dei titoli visti di recente.
ecco i film visti la settimana scorsa, anche in previsione di possibili proiezioni al cineforum o nelle scuole.

partiamo dal film che ha fatto letteralmente il 'botto', ma c'è poco da ridere: si tratta di Il cavaliere oscuro - Il ritorno (The Dark Knight Rises), di Christopher Nolan, terzo episodio del "reboot", cioè della ripresa della saga batmaniana ad opera del regista britannico.

da batman e da nolan, si sa, quel che ci si può aspettare non è molto, ma sufficiente per passare una serata piacevole: atmosfere, suspense, inseguimenti e battaglie rocambolesche, effetti speciali vari, il piacere di fare voli mozzafiato tra i grattacieli di Gotham city restando saldamente ancorati alla propria poltroncina.

in effetti il film, più o meno, rispetta le aspettative. parte bene e pare confermare il livello della regia di nolan.

dopo un po', però, qualcosa s'inceppa.

nessuno si aspetta messaggi politici illuminati da un supereroe milionario e proprietario di una fabbrica di armi. e questo nonostante si verifichi che la sua personalità è tutt'altro che prevedibile, poiché si tratta di persona solitaria e ombrosa, che ama prendersi cura degli orfani e che ha uno strano debole per i ladri (fin da batman begins, dove il nostro rifiuta di passare attraverso un'iniziazione consistente nel far fuori un ladruncolo) di cui intuisce un movente comprensibile, come non morire di fame o anche farsi beffe dei ricchi sfondati magari un po' bavosi.

nessuno si aspetta alcuna parvenza di messaggio politico dal batman di nolan, anche se ci hanno abituati a riscontrarne di più o meno evidenti e chiari in molti film di supereroi.

infatti sarebbe stato molto meglio se non ce ne fossero stati, o se, essendocene, fossero stati molteplici e non univoci. invece, la storia del terrorista Bane porta a compimento quanto stava sottotraccia nei primi due episodi, facendo deflagrare una quantità di indicazioni monoliticamente reazionarie che non solo infastidiscono chi ha altre idee, ma rendono farraginosa e fredda la trama, che all'improvviso ci appare studiata a tavolino.

cade miseramente la teoria che era stata manifestata da qualcuno per il secondo episodio, e cioè che nel film vi sia
una serie infinita di sottotesti in grado di far ben presto polpette di ogni possibile manicheismo (Gianluigi Ceccarelli, ZabriskiePoint.net)
e si verifica invece in maniera piuttosto lampante la teoria dello scrittore Andrew Klavan, che sul Wall Street Journal definiva conservatore lo stesso episodio, paragonando Batman a Bush, poiché
come Bush, anche Batman deve oltrepassare i limiti dei diritti civili per superare un'emergenza

in sintesi, ecco il messaggio del terzo episodio:
è bene non sapere che harvey dent era un lestofante, pur di tenersi il sacro decreto emanato in sua memoria, che ha sospeso le libertà civili di chi commette un crimine eliminando la condizionale. non stupisce che una città in cui a tanta durezza corrisponde un grande benessere dei cittadini, molti dei quali finazieri stramiliardari, a qualcuno venga in mente di voler creare un movimento di "occupy wall street". così avviene.
ma il film ci spiega che chi occupa wall street è il male assoluto, un criminale provenuto da un non precisato carcere mediorientale, a capo di criminali, che guarda caso, una volta dismessa la tutina arancione, somigliano a dei guerriglieri cubani, hanno pure facce simpatiche, ma sfortunatamente per loro seguono slogan di sovietica memoria, e usano le armi in nome di una giustizia sociale che porta con sé lo spettro di un nuovo e ancor più crudele stalinismo, mentre i processi sommari cui vengono sottoposti i cittadini ricordano il 'terrore', la parte più rossa della rivoluzione francese.

il problema è che i riferimenti alla storia politica d'europa sono così scoperti e didascalici da non consentire a questo punto una lettura diversa da quella improvvisamente raffreddata di uno spettatore costretto a riconoscere in tutto quel che segue non un film d'azione mozzafiato ma il compimento di una tesi desolantemente chiara e semplice. altro che infinità di sottotesti.

conclusione: bocciato!




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