lunedì 3 settembre 2012

venezia / una giornata che va così

malick continua ad animare le conversazioni dovunque, dividendo in due fazioni piuttosto nette.
mi sembra che comunque tutti, tranne due critici inglesi, concordino che to the wonder sia quantomeno inferiore a the tree of life. non sono riuscito però nelle discussioni a captare perché sia piaciuto, al di là dell'essere "una riflessione sull'amore e sul tradimento visivamente unica" (questa è la motivazione che di solito mi viene data). come spesso accade più si difende o si attacca un film più si finisce per avere la tendenza a perdere ciò che realmente si pensa del film per difendere le proprie convinzioni. così meglio passare agli altri film. 
io confermo la mia versione di ieri, con l'impressione che malick sia arrivato in un cul-de-sac manieristico.

leones
jazmin lopez
orizzonti
film insopportabile, inspiegabilmente selezionato nella sezione orizzonti. 
è la storia di un gruppo di ragazzi che si perdono nel bosco (alla Gerry di gus van sant, o così piacerebbe alla regista....) e parlano di pretenziosi argomenti filosofico-poetici (nelle note di regia spiccano citazioni di borges). 
la regista chiede con una lettera ufficiale al proiezionista della mostra del cinema di cambiare la luminosità di alcune parti durante la proiezione, regolando la lampada. questo tocco artistico-autoriale è la ciliegina sulla torta. più di metà sala se ne va. 
il momento più eccitante della proiezione avviene quando il signore dietro di noi starnutisce: il pubblico sopito dalla noia si anima, ride e lo applaude in segno di ringraziamento per aver dato un colpo di vita alla sala. ecco il bello del cinema.

outrage beyond
takeshi kitano
in concorso
godibile anche se convenzionale film yakuza, pseudo-seguito di Outrage: Kitano confeziona un film che si barcamena tra dialoghi (più o meno divertenti) e sparatorie poco coreografate. qua e là qualche dito mozzato in segno di pentimento, e cose così. se non fossero le 22.30 di una giornata ventosissima probabilmente me lo goderei di più.
in più i sottotitoli sono talmente bassi che dopo 40 minuti rinunciamo a leggerli: salviamo la cervicale ma perdiamo un buon 80% dell'intreccio. 

gossip
anche the master (di p.t. anderson) pare aver diviso in due pubblico e critica, ma purtroppo non riuscirò a vederlo perchè si sovrappone ai miei doveri di giurato. in più oggi finalmente mi vedrò campanadas a medianoche di orson welles: il mio senso di contemporaneo e di attesa per film-nuove-uscite è piuttosto basso, confesso. per welles sacrifico, senza troppi rimpianti a dire il vero, Pieta di kim ki-duk. 
le molte persone con cui parlo mi dicono di non aver visto granché di interessante d'altro.
ieri sera ho conosciuto una ragazza giovanissima (21 anni) che lavora come organizzatrice di alcuni festival a Tampere e nel cinema storico del padre: mi racconta che aki kaurismaki è un carissimo amico di famiglia, e mi riprometto di farle un terzo grado per raccogliere storie e aneddoti su di lui.












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