domenica 9 febbraio 2014

berlinale / giorno quattro: ninfomania, pint eastwood e compagnia bella

Di domenica è più difficile riuscire ad entrare alle proiezioni visto che il pubblico non lavorante è molto numeroso. Facciamo inutilmente un'ora e mezza di fila per cercare di entrare a vedere Calvary (TRAILER) il nuovo film di John Michael McDonagh, regista di The Guard, arrivato timidamente in italia con il fantasioso titolo di Un poliziotto da happy hour (peccato:secondo me era molto bello)
E falliamo anche l'ingresso a un altro film di cui non so nemmeno il titolo.

ne riusciamo però a vedere tre. Sono:
Historia del miedo (history of fear), in competizione. 79 minuti che sembrano tre ore:  storia simbolica sull'isolamento dei ricchi e della loro vita su una facciata di normalità che va piano piano a scricchiolare. Ritmo lentissimo, trama quasi inesistente, non ci sono protagonisti ma solo un affresco di situazioni che si susseguono tenute insieme da una tensione piuttosto fine a se stessa. Forse il film peggiore visto a questa berlinale (il livello è comunque molto migliore rispetto agli anni passati).

Shemtkhveviti paemnebi (blind dates), sezione forum. Ci arrivo già un po' provato (e mi stanco anche solo a provare a pronunciarne il titolo) dopo le due file andate male e alle 22.00, per cui consiglio di leggere la recensione dell'hollywood reporter: QUI. Si tratta di una bella commedia georgiana popolata da uomini inconcludenti e donne con le palle, da genitori invadenti ma irresistibili e paesaggi desolati ma affascinanti (e fotografati benissimo). Il filo conduttore è un humour alla kaurismaki, un po' melanconico un po' cinico, pervaso da un vago senso di solitudine. Merita una visione, ma dubito uscirà mai in Italia.


La mia hit del giorno è a sorpresa (sono banale, lo so) Nymphomaniac vol.I di Lars Von Trier (presentato fuori competizione), a dispetto del TRAILER e del marketing che mi aveva lasciato un po' perplesso.
sito web del film
Al festival vediamo la versione lunga e non quella tagliata (30minuti circa di differenza) che uscirà in Italia (speriamo) e che è già uscita in metà europa. Le scene di sesso estremamente esplicite sono ovviamente funzionali alla storia e non provocatorie, la narrazione procede per capitoli seguendo il racconto della protagonista (una bravissima Gainsbourg). I toni (tranne in un capitolo -il meno riuscito secondo me, intitolato Delirium e girato in bianco e nero) sono quelli della commedia (che non si prende troppo sul serio) e il terzo tassello della cosiddetta "trilogia della depressione" funziona benissimo: le due ore e mezza circa volano dando vita a momenti di grande cinema (la scena con Uma Thurman è una delle migliori di tutta la cinematografia di Von Trier).  Christian Slater manca il bersaglio del suo personaggio (sta per morire in ospedale e non è, non dico dimagrito, ma nemmeno spettinato) e anche Shia LeBeouf perde qualche colpo (tra l'altro mi dicono gli anglofoni che entrambi gli attori ora citati cercano, da americani, di pronunciare le parole in accento inglese e lo fanno davvero male, a quanto pare), ma gli altri sono perfetti e la storia della protagonista è davvero ben scritta e diretta. La ricerca del piacere sessuale (e del suo apparente-contrasto: l'amore) visto come pescaggio-gara prima e come contrappunto musicale poi, è un buco di solitudine che il regista analizza e narra in modo preciso e coinvolgente (c'è tutto Von Trier eh: lo dico per chi ci piace già). Prima dei titoli finali si vede un velocissimo montaggio  di cosa ci aspetta nel volume II (risposta superficiale: ancora più scene di sesso, ancora più estreme) mentre martella la canzone dei Rammstein che pompava i timpani anche all'inizio del film (un inizio, prima della musica intendo -ho un problema con l'heavy metal mi sa-, davvero bello). Per la cronaca: in tanti ipotizziamo che, per come è costruito il film, se ne potrebbe trarre una serie tv, una specie di How i met your mother sulla ninfomania.
Sui titoli di coda, proprio alla fine, si leggono i nomi (d'arte) delle controfigure per le scene di sesso spinto, vale la pena ricordare uno pseudonimo davvero creativo: Pint Eastwood.

ps
domani in teoria mi guarderò solo due film. Però uno dura quattro ore, e ho grosse aspettative.

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